Concorso con: BLU143 (Lain E., Barollo A.), De Sisti
Oggi il valore dell’arte è immerso in un rumore di fondo generato da gigabyte di riproduzioni a bassa risoluzione. Il binomio riproducibilità/riproduzione è una tossicodipendenza fatale per gli utenti della rete. Proponiamo per questo una disintossicazione che parta da una nuova relazione con la realtà.
Queste idee sono il fondamento di REVERSE, il nostro concept design per il nuovo Museo Guggenheim ad Helsinki. Avevamo bisogno di un programma funzionale che potesse portare all’interno del museo un artista in carne ed ossa, con i propri strumenti e le proprie mani: REVERSE è un prototipo ibrido tra un museo e un laboratorio.
Il risultato è una connessione diretta tra il passato e il futuro, resa possibile grazie all’esperienza dell’utente. Infine era essenziale immaginare un nuovo tipo di visitatore, molto più attivo e curioso, devoto all’inutilità della cultura e ad una epistemologia dell’azione: il cittadino nomade (conosciuto anche come city users). Egli ha proposte multiple e potrebbe avere bisogno di piani ibridi e flessibili. Probabilmente, al giorno d’oggi, il miglior esempio di city users è il bambino contemporaneo: curioso, facilmente annoiabile, emozionalmente ricettivo, disponibile al sublime.
Elementi chiave del progetto:
- Il tetto giardino, che raccoglie e connette sguardi, opere d’arte e acqua piovana
- Casa Futuro, costruita nel 1968 da Matti Suuronen. Cercavamo qualcosa di strettamente contemporaneo all’interno della memoria globalizzata. Casa Futuro è destinata ad essere eternamente fuori contesto: incapace di volare ma anche di atterrare. Abbiamo pensato che per questo è probabilmente il simbolo perfetto di un futuro ottimistico
- Shopping emozionale e pervasivo: grazie ai QR code sparsi sulle sculture esposte i visitatori possono ordinare direttamente allo shop del museo una copia personale dell’opera, realizzata in stampa 3D grazie ad un reverse engineering
- La gabbia d’artista, in onore a Joseph Beuys, si trova al piano terra, ed è una protezione a garanzia della sopravvivenza degli artisti in un mondo oramai tecnocentrico e rivolto all’IoE. La gabbia d’artista deve essere il compito di un nuovo realismo legato al sistema museale globale, e sarà probabilmente importante tanto quanto garantire l’integrità delle opere d’arte.



